Adamzaki Ouattara intervistato dal giornale la Repubblica

Il Giornale La Repubblica intervista il nostro assistito Adamzaki Ouattara.
“Quel gol in rovesciata messo a segno contro il Roccella in poche ore ha fatto il giro d’Italia ed è diventato virale sui social. E per le vie di Acireale in maniera scherzosa lo chiamano CR7, perché il suo straordinario gesto atletico ha ricordato proprio la bellissima rete realizzata da Cristiano Ronaldo in Champions League contro la Juventus, quando ancora la stella portoghese vestiva la maglia del Real Madrid.
Adamzaki Ouattara, classe 1998, attaccante ivoriano dell’Acireale, con un gol da cineteca entra di prepotenza nella storia del club acese, con la tifoseria granata che in pochi mesi lo ha già eletto idolo, paragonandolo all’interista Lukaku: «A pochi minuti dalla fine del primo tempo – ha raccontato Adam, come lo chiamano gli amici – Peppe Savanarola, il nostro capitano, ha crossato dalla sinistra, ero troppo lontano dalla porta per colpire di testa, così ho provato a coordinarmi per tentare di prendere la palla in rovesciata. Da terra ho sentito l’urlo dei tifosi e quando poi ho visto la palla dentro la rete non riuscivo a crederci. E subito dopo la partita ho mandato il video del gol ai miei genitori, che dalla Costa d’Avorio fanno il tifo per me».
Nativo di Abidjan, Adam, come tanti suoi connazionali non ha vissuto un’infanzia facile: « Ho iniziato a giocare nella scuola calcio più importante del nostro Paese – ricorda – da lì sono passati anche Gervinho e Yaya Tourè. Iniziai come difensore centrale, ma in una partita che dovevamo rimontare il mio allenatore mi spostò in attacco, segnai due gol, e da quel momento cambiai ruolo. Continuavo a giocare, a divertirmi, e sognavo di emulare la carriera di Didier Drogba, fino a quando però nel 2016, a causa dei continui conflitti politici e della guerra, ho preso la decisione di partire. L’unica cosa che potevo fare, per cercare fortuna, era lasciare la Costa d’Avorio». E così Adam ha lasciato casa, e soprattutto il cuore: i suoi genitori, un fratellino di 5 anni, e l’amata sorellina tredicenne che purtroppo è scomparsa lo scorso anno. Un periodo triste, e poi quel viaggio che il bomber ivoriano ha quasi timore a ricordare, al punto che quando gli si chiede di più gli si spezza quasi la voce, ma con la sua freschezza e con il suo spirito da guerriero preferisce soffermarsi sul suo presente: «Arrivai a Catania, inizialmente volevo sia giocare a calcio che studiare. Feci un provino con il Cara Mineo, andò benissimo e realizzai 45 gol in 25 partite in Seconda categoria. Quella stagione mi ha permesso di spiccare il volo, grazie soprattutto al mio agente Gianluca Virzi che mi ha visto giocare sulla terra battuta e subito ha creduto in me. Da quel momento iniziò la mia carriera italiana ».
In due anni per lui 21 gol e 13 assist in 68 partite in serie D con le maglie di Sancataldese, Taranto e Palmese. Fino alla chiamata dell’Acireale: « A dicembre, sempre grazie al mio procuratore, ho avuto la fortuna di approdare in una grande piazza come Acireale. Dopo la vittoria contro il Palermo eravamo convinti di poter lottare per la vittoria del campionato, ma i 4 punti di penalizzazione, uniti al ko a tavolino contro il Messina, sono stati una vera mazzata per noi. Anche se l’obiettivo della società è sempre stato quello di raggiungere i play- off. Sul campo abbiamo conquistato 50 punti, non 43, ma faremo di tutto per arrivare tra le prime 5, giocare i play- off e vincerli. Mister Giuseppe Pagana è davvero un grandissimo allenatore, l’ho affrontato con la Sancataldese quando lui allenava il Troina e da quel momento ci siamo sentiti diverse volte, perché avremmo entrambi voluto lavorare assieme». Fino a questo momento le reti realizzate con la maglia dell’Acireale sono tre, ma il giovane Adam, che sin da piccolo è sempre stato un grande tifoso del Milan e guardava in tv il calcio europeo con gli occhi della tigre che lo contraddistinguono, sogna in grande, lotta e vuole stupire. Anche se la strada è tortuosa. Una norma federale impedisce infatti ad un atleta extracomunitario di giocare tra i professionisti, se non vincendo un campionato di serie D: « Voglio realizzare questo mio sogno, che poi è anche il sogno della mia famiglia. Sarà difficile ma non impossibile. Un giorno spero di giocare in serie A».”