Sicilia terra di talenti: parla Gianluca Virzì

AGENTE GIANLUCA VIRZÌ / Parli di calcio, scegli la Sicilia come regione da attenzionare, e non puoi che pensare a Gianluca Virzì, tra i principali addetti ai lavori provenienti da una delle zone del nostro Paese con più risorse umane, naturali, artistiche e tanto altro. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, Virzì ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda svariati talenti che segue.

“Vorrei cominciare parlando dell’operazione che ha visto Roberto Marino passare dalla Reggina al Fano. Il tutto si è svolto sotto la supervisione dell’Ascoli, che ha deciso di monitorare il ragazzo nella stagione in corso per poi integrarlo nella propria squadra a partire dalla prossima annata. I bianconeri puntano molto su Roberto, per questo si è optato per il Fano che, come credo sia evidente, è una compagine che collabora a stretto contatto con il Picchio. È un’operazione che ritengo, in prospettiva, davvero strategica. Abbiamo trovato l’accordo con la Reggina per andare via a parametro zero e proseguire il percorso sull’asse, come ti dicevo, Fano-Ascoli. Altro ’98 molto importante è Adamzaki Ouattara, ora al Taranto, piazza dalla notevole storia e importanza. La squadra mira a vincere il campionato in D e, inoltre, abbiamo raggiunto l’accordo per un pre-contratto di due anni in caso di Serie C, questo dimostra quanto la società punti su un giovane talento ivoriano. Essendo extracomunitario, se vince il campionato potrà siglare il primo contratto da professionista con la società tarantina. Credo molto in lui, ritengo possa arrivare in doppia cifra in C, quindi puntiamo a fare bene nella quarta serie per poi dimostrare le qualità che ha anche nei professionisti. È un giocatore con forza, esplosività, tecnica ed un ottimo mancino. Ora vorrei scendere di classe d’età”.

Prego.

“Voglio parlare di Salvatore Condorelli, che reputo tra i calciatori più talentuosi da quando faccio questo mestiere. Il ragazzo è stato sotto contratto con il Catania, ma quest’anno si è liberato e sta ricominciando dalla Serie D con il Biancavilla per andare poi in C nella prossima stagione. Abbiamo già delle indicazioni per percorsi da fare, ma valuteremo nel corso dell’anno. Punto tantissimo su questo ragazzo, uno dei migliori talenti in circolazione, soprattutto nel Sud Italia. Per fisicità, tecnica e intelligenza calcistica ritengo possa dire la sua in categorie importanti. È stato seguito da Virtus Entella, Cosenza, Crotone ma, essendo legato al Catania, nella scorsa stagione non è stato possibile muoverlo. Ora però ho la possibilità di poterlo gestire in prima persona e sono convinto che faremo grandi cose”.

Aboubakar Diaby si sta mettendo in mostra nel Licata, compagine protagonista di un ottimo avvio di stagione nel Girone I di Serie D.

“Diaby è un classe 2000, extracomunitario come Ouattara che, nel recente passato, è stato in prova per dieci giorni con la Primavera della Sampdoria, e addirittura si pensava che potesse allenarsi anche con la prima squadra allenata da Marco Giampaolo, dato che parliamo della scorsa stagione. I blucerchiati hanno però preferito puntare su ragazzi ancora più giovani, e ho quindi deciso di portare il ragazzo a Licata, in Serie D, dov’è titolare inamovibile e si sta mettendo in luce. Ha una struttura fisica impressionante, è alto 196 cm, posso garantire che in quarta serie nessuno è in grado di abbinare come lui le caratteristiche fisiche alle doti atletiche e tecniche”.

Giovanni Leonardi riparte dal Roccella, fino ad ora quattro presente in altrettante partite per lui.

“Esatto, parliamo di un attaccante 2001 che nella passata stagione ha giocato sotto-fascia in D ed è risultato tra i migliori della sua annata. Quest’anno ha le attenzioni di tutta Italia, vuole affermarsi per poter andare al Torneo di Viareggio. È un ragazzo intelligente e già pronto per categorie importanti, sono convinto che nel giro di due anni potrà andare tranquillamente in Serie C. Parliamo di un investimento sicuro, è un attaccante che può svariare in tutte le posizioni offensive”.

Spostiamo la nostra attenzione al Nord, dove Michele Lo Curto prosegue il suo percorso con il Milan.

“Il suo è un profilo classe 2002 sul quale spendo con piacere delle parole. È al secondo anno di contratto con il Milan ma è reduce da una stagione davvero sfortunata a causa di diversi infortuni. È stato confermato dai rossoneri, con i quali disputerà il campionato Under 18 e, probabilmente, già dalla prossima settimana dovrebbe rimettersi in corsa perché ha un futuro all’interno di Casa Milan. La società punta molto su di lui, spesso mi ha contattato Angelo Carbone, Responsabile del Settore Giovanile dei rossoneri, per parlare del percorso del ragazzo che, a mio avviso, può portarlo alla prima squadra. Marco Giampaolo punta molto sui giovani, spesso fa allenare i ragazzi della Primavera con i grandi, quindi Michele ha la possibilità di andare in ritiro con la prima squadra in estate, e questa è una possibilità molto importante per un terzino sinistro di grande prospettiva come lui”.

Lo Curto non è l’unico 2002 circa il quale puoi dirci qualcosa, confermi?

“Esattamente. Mi soffermo ancora su questa categoria e cito Ettore Mazzeo, nello scorso anno all’Entella, che si è trasferito alla Reggina, società ambiziosa che in estate ha fatto di tutto per prendere questo calciatore. Si allena sistematicamente in prima squadra e la società mi ha detto che presto esordirà, questo credo possa essere indicativo per descrivere le sue qualità. Ha una corsa impressionante alla quale abbina grande tecnica, la Reggina crede molto in lui”.

Passando ai 2003, è doveroso parlare di Lorenzo Scandurra.

“Potrei fare un monologo su di lui, l’ho definito il 2003 più forte d’Italia. È un calciatore completo da ogni punto di vista. Ha forza, fisicità, mentalità da professionista, tecnica incredibile. Quando gioca entusiasma. La Roma mi ha detto che, dopo Totti, De Rossi e altri pochi, sono convinti che questo ragazzo arriverà in prima squadra. Non puntano su di lui per venderlo ma per portarlo in prima squadra. Conto di poter intavolare il discorso del contratto da professionista nella prossima stagione. I giallorossi non sbagliano mai valutazioni su questo tipo di calciatori, per questo siamo spesso in contatto, mi chiedono di trasmettere al ragazzo i valori da professionista, perché sono convinti che lui possa arrivare tra i grandi. Fonseca ha avuto indicazioni precise sui giovani, quindi ci sono margini per un futuro roseo. Sin dall’età di 13 anni avevo in mente per lui un percorso importante, Juventus e Atalanta l’hanno seguito tantissime volte e chiamato per le prove, soprattutto i bianconeri hanno cercato fino all’ultimo di prenderlo ma, secondo me, la scelta giusta era la Roma. Potessi tornare indietro, opterei per lo stesso percorso”.

Tocca ai 2004, altra categoria dove hai scovato importanti talenti.

“Vorrei richiamare l’attenzione sul profilo di Damiano Petrella, difensore centrale per il quale voglio ringraziare il Genoa, in particolar modo Michele Sbravati. Damiano era stato preso lo scorso anno dal Grifone per disputare l’Under 15 ma, per un cavillo legato alla data di nascita, novembre 2004, non si è potuto trasferire in Liguria. Il Genoa poteva tranquillamente ripensarci, perché non c’era nessun accordo, invece ha puntato nuovamente sul ragazzo. Mi sono preso questa responsabilità, nonostante la Juventus l’abbia chiamato per un torneo, e anche il ragazzo si è convinto del percorso a tinte rossoblu. Ha esordito proprio contro la Vecchia Signora ed è stato strepitoso, ha una fisicità impressionante e oggi si ritrova all’interno dell’Under 16 del Genoa con la volontà di fare un percorso importante. Non dimentichiamo che in squadra, nel suo ruolo, c’è il capitano, oltre che un Nazionale, eppure i liguri l’hanno voluto a tutti i costi. Sbravati ha scoperto tantissimi giovani e mi ha detto che puntano molto su Damiano”.

Cosa ci dici per quanto riguarda i 2005?

“Parliamo di due profili, ovvero Kevin Leone e Simone Leonardi, entrambi alla Sampdoria. Leone è attualmente capocannoniere con tre gol, mentre Leonardi è reduce da una rete nel derby. Kevin è cresciuto nel Catania, quest’anno è andato alla Samp perché, tra le varie società che l’hanno seguito partita dopo partita, la Doria ci è parsa essere la migliore soluzione. È molto giovane ma completo, può giocare nei tre davanti ma ha caratteristiche per dire la sua anche in mezzo al campo. Ad oggi è titolare inamovibile nella formazione U15 che, tra l’altro, lotterà per vincere il campionato. Anche Juventus, Milan e Atalanta l’hanno seguito, con i bergamaschi che ancora oggi lo guardano con attenzione. A breve sarà inoltre convocato in Nazionale, a mio avviso è il miglior profilo 2005 in Italia. La Sampdoria sta facendo un lavoro molto importante con i giovani, oltre ad aver creato un centro sportivo assolutamente all’avanguardia. Per quanto riguarda Leonardi, qui c’è da fare un discorso che va oltre il calcio. Parlo di questo ragazzo come se fosse un figlio acquisito. Spesso, durante l’anno, dormiva con mio figlio Vittorio, sono come due fratelli. È un talento, con la palla fa quello che vuole. La Samp mi ha detto che il tecnico dell’Under 15 sostiene di non aver mai avuto un calciatore come lui, in grado di fare con il pallone cose che gli altri non fanno. Ha una tecnica abbinata ad una velocità di pensiero che in Italia pochi possiedono, perché si lavora spesso su altri parametri, come la fisicità. Lui ha il gesto tecnico, è un talento differente. Per caratteristiche e ruolo, la Sampdoria ritiene che possa diventare tra i profili più importanti a livello nazionale. Credo tantissimo in lui, sono pronto a scommettere tutto me stesso. La fame che ha questo ragazzo ha pochi eguali, lui sa da dove viene ed è consapevole di quanto abbia dovuto faticare per guadagnarsi questo risultato. Pochi possono capire il significato del percorso di questo ragazzo. La Sampdoria è stata la migliore soluzione per organizzazione, strutture, attenzione e attesa nei suoi confronti. Credo di aver scelto per lui la società più adatta. Tra i 2005 che seguo è doveroso menzionare Antonino Pedalino, capitano dell’Under 15 del Catania, difensore centrale con caratteristiche atletiche importanti, difatti è stato recentemente spostato sull’esterno. Catanese di nascita, è molto legato alla squadra della sua città. Il padre, tra l’altro, è un mio importantissimo collaboratore. Credo molto anche in Emanuele Fontana, un esterno d’attacco che quest’anno ha firmato con la Sicula Leonzio, società che punta molto sui giovani”.

Vorrei soffermarmi su Leonardi. Puoi e vuoi approfondire il rapporto che c’è tra di voi? Una testimonianza diretta potrebbe far capire, ancora una volta, che definire il calcio un semplice sport è estremamente riduttivo.

“È un rapporto che va oltre l’aspetto professionale. È stato in casa mia per tanto tempo, abbiamo passato insieme le vacanze estive negli ultimi anni e i weekend in inverno. Si è creato un legame come quello tra padre e figlio, lo tratto come tale. Non ho mai pensato che lui, per me, fosse un cliente. Anche a livello educativo ho sempre usato le parole che uso con mio figlio. Quando parla di me, lo fa come se fossi suo padre. Per fare un esempio: domenica ha segnato, ero in tribuna e ha corso cento metri per venire a salutarmi. È un rapporto che non è legato al calcio. Se tra qualche anno smetterà di giocare, le cose non cambieranno, anzi, si rafforzeranno. Ha vissuto momenti difficili, vive in un quartiere, San Cristoforo, caratterizzato da difficoltà sociali che si toccano con mano. Il suo riscatto è nel calcio, grazie al quale sta rispondendo alla scoppola che la vita gli ha dato”.

Adesso dedichiamo spazio ai 2006, quindi ancora dilettanti.

“Ho la possibilità di avere un gruppo di ragazzi che quest’anno porterò in girò presso varie società. Profili molto importanti, tra cui Marco Di Fazio, un difensore centrale molto strutturato che, per le sue caratteristiche, in futuro potrebbe giocare anche a centrocampo. Restando nella stessa categoria, cito Fabiano D’Amore, un giovane centrocampista che è stato già in prova alla Sampdoria, ma anche altre società mi hanno chiesto di poterlo valutare. Ha qualità di corsa e tecnica superiori alla norma. Altro talento di prospettiva è Giovanni Nicosia, terzino sinistro che può giocare anche esterno alto. Anche lui ha grande tecnica e struttura, farà un percorso importante durante l’anno. Stesso ruolo e stessa prospettiva anche per Gabriel Marchì, in grado di giocare anche a destra. Quando era più piccolo, tra l’altro, giocava con Simone Leonardi. È cresciuto in un ambiente di calcio da strada. Deve crescere fisicamente, questo è fisiologico, ma tecnicamente ha già oggi grandi mezzi”.

Sui 2007, per concludere, cosa puoi dirci?

“Non voglio sovraccaricare i ragazzi di eccessive pressioni, ma credo di avere due ragazzi davvero speciali. Uno è Carmelo Marchese, l’altro Antonio Parco. Hanno talento da vendere e la mentalità di grandi. Juventus e Sassuolo volevano far sostenere a Marchese i propri Camp, così da farlo integrare nel percorso del settore giovanile. Il Milan l’ha chiamato per uno stage nelle proprie scuole calcio, difatti sta continuando a seguirlo. Avendo compiuto 12 anni a giugno, può cominciare a girare. Gioca come esterno destro e sinistro, ma può giocare anche attaccante centrale. Ha intelligenza, coraggio, tecnica: investirò tantissimo su di lui. Parlando invece di Antonio Parco, abbiamo a che fare con uno dei più pronti 2007 a livello italiano. L’Inter mi ha già contattato perché la volontà è quella di fare un percorso mirato alla sua crescita in questi due anni precedenti al tesseramento, ma lo stesso discorso vale anche per Roma e Atalanta. Ha grandissime attenzioni, ma va gestito bene e, per fare in modo che ciò accada, ho bisogno che i genitori mi seguano. Con il sostegno delle famiglie, sono convinto che questi due ragazzi andranno in settori giovanili importanti. Sono due talenti notevoli, in due anni non sarà facile amministrare tutto ciò che ci sarà da fare, possiamo riuscirsi solo stando uniti. Ci metto la faccia in quello che dico, i percorsi possono essere importanti, ma devo avere il loro supporto, altrimenti non si va da nessuna parte. Un 2007 ha bisogno di avere un percorso studiato per bene.

Quant’è differente, per te, relazionarsi con atleti che hanno comunque un cospicuo numero di anni di differenza?

“Cerco di contestualizzare tutto rispetto alla categoria di riferimento. Faccio un esempio: se devo parlare con Roberto Marino del fatto che si sta giocando una carta importante per andare ad Ascoli, so che devo dirgli determinate cose e seguirlo in un determinato modo. Al contrario, se devo sedermi a parlare con ragazzini per i quali ogni partita è un provino e che comunque devono fare un percorso diverso, con tappe differenti e che mirano al professionismo, gli argomenti e i discorsi sono altri, tenendo inoltre  in considerazione che, in quest’ultimo caso, devo relazionarmi anche con i genitori. Sono situazioni diverse, non bisogna parlare nello stesso modo. L’obiettivo, ovviamente, è lo stesso per tutti: quando si firma come giovane di serie, bisogna capire che è solo una tappa ulteriore verso quello che realmente si vuole raggiungere, ovvero il contratto da professionista, che si può sottoscrivere dal sedicesimo anno in poi. Non è importante firmare il tesseramento bensì, dopo questo, arrivare all’obiettivo più importante, ovvero il contratto, che le società fanno stipulare solo ai calciatori sui quali sono convinti di poter puntare. Ovviamente, il tutto non finisce firmando il contratto perché, come nel caso di Lo Curto, bisogna farsi riconfermare e questo avviene dimostrano di essere, citando ancora Michele, un calciatore da Milan”.

Francesco Fedele – footballscouting.it